Rieccoci oggi con il secondo appuntamento della nostra rubrica: “EMPLOYEE SPOTLIGHT”, La rubrica nata per dare voce ai giovani volti della nostra realtà.

Apriremo le porte dei nostri uffici per condividere con voi esperienze e ambizioni, ma anche frammenti della nostra quotidianità, e vi racconteremo cosa significa appartenere alla grande famiglia che è BSolutions Group!

Questa settimana andiamo a conoscere Salvatore Rotella, Head of IT Services.

Com’è la tua giornata tipo?

«Non ho una giornata tipo. Le giornate sono sempre diverse, l’attività è variegata, alla base vi è comunque sempre il supporto delle giovani reclute.»

Quali sono le principali sfide che affronti nel gestire i ragazzi del Team Operation?

«Farli crescere. L’obiettivo è far sì che i ragazzi arrivino a fare quello che faccio io, in modo che loro per primi siano poi in grado di gestire un team. Inoltre ci sono chiaramente le singole sfide di ognuno, ad esempio nell’acquisizione di certificazioni e nella gestione dei clienti.

Cosa ti ha fatto scegliere questa carriera?

«La passione. Sono un malato di informatica, mi diverto troppo. Inoltre non mi piace perdere, sono sempre riuscito a portare a termine tutti i progetti con successo e, per di più,  lavorare con i ragazzi è sempre molto stimolante.»

Quali pensi che saranno gli scenari tecnologici che influenzeranno il mercato IT nei prossimi anni?

«In Italia si parla della trasformazione digitale, e questo sicuramente avrà un suo impatto, ovviamente la trasformazione digitale sarà incentrata su Cloud e connettività, con tutti gli annessi e connessi.»

Hai vissuto una trasformazione professionale e umana da quando lavori qui?

«Sí…diciamo che si tratta più di un “dare-avere”. Ognuno è quello che è in base a ciò che ha assorbito da chi gli sta intorno, il confronto con gli altri è indispensabile per scoprirsi e crescere. Fondamentali sono i rapporti di fiducia, io provo ad insegnarlo ai miei ragazzi e qui tutto si fonda su questo, lavoriamo in un ambiente molto sano.»

Cos’è BSolutions per te?

«È una seconda famiglia. Ormai lavoro qui da due anni, abbiamo lavorato insieme a diversi progetti ed i miei colleghi sono più che amici per me.»